L'oracolo e la maledizione familiare
di Liz Greene
"Apollon", Dicembre 1999
Nel 1969, in seguito al crollo delle speranze per la presidenza,
dopo gli eventi di Chappaquiddick, il Senatore Edward Kennedy si
interrogò se una maledizione gravava sulla sua famiglia.
Nel corso degli anni, in molti si erano posti lo stesso quesito,
privatamente e sui giornali; la storia di tale "clan" così fuori
dal comune fa si che in molti si chiedano se tale disgrazia perseguiti
i suoi membri. La recente scomparsa di John F. Kennedy Jr. ha sollevato
ancora una volta diversi dubbi sul motivo per cui in apparenza
gli uomini della famiglia Kennedy siano abbattuti uno ad uno come
bersagli di un tiro a segno al lunapark. Per non parlare dei ricoveri
in ospedale per motivi di droga, dei divorzi violenti, ed altre
ingarbugliate vicende a livello umano che, sebbene più private
e meno colorite, probabilmente non risultano meno tragiche per
chi vi è coinvolto. Nessuna generazione di questa potente
famiglia è rimasta incolume. Ovviamente, gli oroscopi dei
Kennedy sono stati analizzati dagli astrologi da ogni angolazione.
Chiunque li abbia studiati ha colto alcuni fattori, in ciascuna
carta natale, in grado di riflettere almeno in parte, le tragiche
vicende di quella particolare vita. Eppure si tratta di una sequenza
di tragedie insolitamente coerenti nella loro continuità.
Da un punto di vista astrologico si possono collegare fra loro?
Vi è un nesso psicologico? Siamo di fronte a ciò che
i Greci definivano "maledizione familiare"? Stiamo osservando
il prodotto di una miscela letale, quanto tremendamente umana,
di ingredienti – una famiglia disfunzionale mossa da ambizione
ossessiva e talmente implicata con il potere e la corruzione che,
prima o poi avrebbe presupposto pericoli e morti violente? Si notano
delle coincidenze? O piuttosto si tratta di una "azione nemica",
come avrebbe suggerito Ian Fleming? E come tale, chi è,
e dove sta il nemico?
Il termine "maledizione" evoca immagini di stregoneria,
di magia nera, o le novelle di Dennis Wheatley, ed alcuni film
di serie-b sul risveglio di mummie egizie. Si tratta, è comprensibile,
di un termine che non amiamo utilizzare per quei momenti, ed ogni
menzione alla Maledizione dei Kennedy tende a provocare ilarità isterica.
Tuttavia, è pur vero che la mitologia antica su cui si basa
la nostra cultura occidentale e di cui è permeata la nostra
psicologia, ha preso molto sul serio il concetto di maledizione
familiare, senza associarla a streghe o a riti malefici occulti.
Il termine "maledizione" ha origine oscure in Inglese,
ma dal mio dizionario etimologico si evince la derivazione da una
parola Anglosassone che significa "ira, collera". Si
attesta per la prima volta l’uso di questo termine a partire
dall’ XI secolo: maledizione della Dea, collera del Dio.
Pertanto una divinità in collera infligge una maledizione
in risposta ad un comportamento umano errato. Le proprie radici
hanno origine nel passato, tuttavia essa predetermina il futuro.
Molti di noi non pensano che una maledizione gravi sulla propria
famiglia, quali che siano le difficoltà attraverso cui passiamo.
Alcune famiglie mostrano segni evidenti di schemi ripetitivi, che
possono implicare di frequente doni della sorte e buona fortuna,
così come sfortuna e patologie. Ciononostante, su alcune
famiglie sembra gravare un carico drammatico maggiore, sebbene
non del calibro di quella dei Kennedy.
Intere generazioni di matrimoni interrotti, alcolismo e abuso di
droga, suicidio, rovina finanziaria, e malattie funzionali colpiscono
molte famiglie. A volte tali schemi con la loro costanza e precisione
sono in grado di sconvolgere a livello profondo.
Nel suo eccellente libro – Minacce Planetarie - Lynn Bell
dimostra come alcuni particolari atteggiamenti ed esperienze, radicate
nella psiche familiare, siano in grado di influenzare i comportamenti
di intere generazioni, e che spesso vengono alla luce soltanto
nel momento in cui ciascun individuo raggiunge l’età esatta
in cui il proprio predecessore aveva nuovamente agìto l’annosa
vicenda. I Terapeuti Familiari la definiscono "sindrome da
anniversario". Gli astrologi, abituati alla natura ciclica
dei transiti e delle progressioni, sono in grado di identificarli
sul tema in modo preciso, ma il loro significato può essere
più sfuggente.
Un importante quesito si pone per gli Astrologi, qualora nel tema
natale si riescano ad identificare le tragedie familiari alla sorgente
e neutralizzare prima che queste si ripetano. Poiché, se
si prende seriamente in considerazione la possibilità di
un’eredità psicologica distruttiva, corre l’obbligo
di considerare le implicazioni di una previsione astrologica. Nel
mito, una maledizione familiare impone una forma di espiazione
senza la quale continuerà a scatenarsi ferocemente sui successori.
In questo contesto, il futuro di un individuo è indipendente
dalle scelte consce, ancor meno dalla propria carta natale, ma
dipende da eventi passati e sepolti sotto la superficie di quella
esistenza, ed influenza o condiziona le scelte future e le conseguenze.
In
altri termini, la maledizione familiare si colloca nelle nostre
carte individuali facendoci vivere eventi non propriamente nostri.
Il nostro speciale modello di pianeti, segni ed aspetti, così unico
e ricco di potenziale individuale, diventa l’involontario
contenitore di un più vasto, più antico e spesso
ostile Genio collettivo.
John F. Kennedy, prima di recarsi a Dallas nel Novembre 1963, aveva
ricevuto molteplici avvertimenti, molti dei quali provenienti da
alcuni astrologi che non vedevano di buon occhio le configurazioni
allora attivatesi nel suo tema natale. Ma scelse di non dar credito
a tali ammonimenti.
John F. Kennedy Jr., prima di compiere il fatidico volo nel Luglio
1999, fu messo in guardia di non tentare il viaggio in presenza
di condizioni atmosferiche sfavorevoli, tenendo conto della sua
inesperienza e della frattura del piede. Ma anche lui scelse di
non badare agli avvertimenti. "Scelta" è forse
il termine meno indicato qui?
Analizzerò in seguito brevemente il tema di John Kennedy,
insieme a quelle di Joseph P. Kennedy Sr., Robert Kennedy e John
F. Kennedy Jr. In primo luogo, vorrei analizzare ad un livello
più profondo proprio il concetto di maledizione familiare
per gli antichi greci, e come questo possa risultare rilevante
tanto da un punto di vista psicologico, quanto come modello di
destino nell’ambito familiare.
La maledizione familiare nel mito greco
Nel mito, la maledizione si presentava come punizione da parte
di una divinità in collera che ricadeva sui discendenti
di un membro della famiglia in seguito ad una offesa arrecatagli.
Inoltre, la maledizione o pena, era intimamente legata all’Oracolo
di Apollo, e la maggioranza di queste ultime nel mito coinvolgevano
un membro o l’altro della famiglia, che consultavano l’Oracolo
alla ricerca di aiuto o di un vaticinio per il futuro. Inoltre,
nonostante si trattasse di un retaggio del passato, la maledizione
rappresentava il fato, ed implicava profezie su ciò che
sarebbe avvenuto.
Aveva il potere di rendere vano qualsiasi sviluppo individuale
potenziale, rendendo così la persona un mero veicolo per
la manifestazione della maledizione. Solamente mediante la comprensione
delle parole pronunciate dall’Oracolo, nell’accettazione
del fato decretato, e nell’espiazione secondo le volontà della
divinità, si poteva riscattare la maledizione o neutralizzarla.
E’ inevitabile che i protagonisti della Tragedia Greca non
giungessero né a comprendere né ad accettare l’oracolo.
Ancor meno si adoperavano per una corretta espiazione. Ogni individuo
poteva sia non essere a conoscenza della maledizione, che sentirsene
esente, e, ciononostante, andare incontro ad un destino tanto imposto
quanto scelto – conseguenze ereditate, strettamente intrecciate
alle scelte compiute nel presente per creare un futuro predeterminato.
Ad esempio, la maledizione imposta alla mitica casata di Tebe ha
origine col Re Laio, che giunse ad offendere sia Apollo che Artemide,
divinità protettrici dei bambini, violando un nobile fanciullo,
figlio di un suo amico. Laio fu messo in guardia dall’oracolo
del Dio che aveva offeso che, se avesse avuto un figlio, egli sarebbe
stato ucciso per mano di quest’ultimo. La divinità pervasa
dall’ira, seppur pronta ad infliggere la punizione, offriva
allo stesso tempo anche la possibilità di espiare mediante
la pena. Poiché ogni essere umano deve andare incontro ad
una morte, e data la natura dell’offesa di Laio, l’espiazione
poteva essere ritenuta giusta. Ad ogni modo, Laio non accetterà la
sentenza. Egli interpretò l’oracolo come ammonimento,
piuttosto che come opportunità d’espiazione, tentando
di fuggire alla punizione evitando i rapporti con la moglie. Ma
la vergogna lo rese riservato, rifiutando di confessare alla consorte
la ragione per l’improvvisa avversione al letto coniugale.
Giocasta ignorava le reali cause di tale rifiuto e poichè era
ferita nel suo orgoglio, decise di sedurlo mentre era ubriaco.
Rimase incinta e alla nascita del bambino, Laio tentò nuovamente
di mentire all’oracolo abbandonandolo su una collina affinché morisse.
La collera divina era aumentata e l’intera città di
Tebe avrebbe a quel punto subito le conseguenze di tale maledizione
attraverso la mostruosa Sfinge.
Naturalmente, il bimbo era Edipo, il cui nome significa "piede
gonfio", poiché suo padre,
che
lo aveva condannato a morte esponendolo alle intemperie, ne aveva
legato i piedi alla terra con un chiodo aguzzo. Edipo tuttavia
verrà salvato da un amorevole pastore e sopravviverà.
Passò la giovinezza credendo di essere il figlio dei re
di Corinto. In seguito, come suo padre, consultò l’oracolo
di Apollo che lo informò che avrebbe assassinato suo padre
divenendo lo sposo di sua madre. Non è più offerta
la possibilità d’espiare, poiché Laio ha esacerbato
la collera degli Dei aggravando il proprio crimine. La maledizione è cristallizzata
in un futuro irrevocabile. Edipo, come suo padre, tentò di
contravvenire all’oracolo, fuggì da Corinto e volò incontro
al proprio destino – destino in parte irrevocabile in parte
auto-architettato.
Si assiste ad una strana miscela di "hubris" (il tentativo
arrogante di ingannare gli Dei), carattere innato (egli uccise
Laio sul cammino, durante un attacco d’ira incontrollabile
causato dall’anziano sconosciuto che gli aveva bloccato il
passaggio rivolgendogli delle ingiurie), eroismo (egli affrontò la
Sfinge con coraggio, rompendo la maledizione che gravava su Tebe,
ottenendo così la monarchia e, involontariamente, la propria
madre come ricompensa), e l’ autentico desiderio di rimanere
una persona degna. Tuttavia, anche la terribile espiazione di Edipo
non alleggerisce la maledizione, poiché anche dopo essersi
accecato e morire reietto, essa passa ai suoi figli. Solamente
quando l’intera casata dei Tebani sarà deceduta la
maledizione avrà termine. Tale eredità familiare
presente nel Mito risulta scioccante nella sua irrefrenabile brutalità.
Malgrado ciò, è possibile notare che la scelta e
la consapevolezza individuali sono tanto rilevanti per il risultato
come l’operato delle divinità ed i predeterminanti
del passato.
Esistono caratteristiche conseguenti ben precise sulla maledizione
familiare, presenti in ogni mito. In certo qual modo, danno forma
ai criteri di ciò che definisce una maledizione familiare.
E’ possibile che tali tratti specifici facciano comprendere
da un punto di vista psicologico ciò che stiamo osservando.
- Il primo individuo che innesca la maledizione è generalmente di stirpe regale, discendente di un dio, o benedetto e dotato da un dio. Non è mai una persona comune, ma ha ricevuto una benedizione speciale da parte della divinità. La collera del dio non è dunque connessa ad una mera trasgressione umana, bensì all’abuso di talento o beneficio concesso dalla divinità. In altri termini, all’inizio non si tratta di maledizione, bensì comincia come un evento positivo e creativo di cui in seguito si fa cattivo uso o viene distorto mediante l’arroganza, l’avidità o la crudeltà. Giacchè il dono di un dio simboleggia la natura divina incarnata nell’uomo, la maledizione è realmente il rovescio di qualcosa di divino dentro, un abuso di ciò che è proprio dell’anima di un individuo.
- L’individuo è vittima della "hubris" – la mancanza di rispetto per i limiti mortali e per le condizioni ed i requisiti dell’esistenza imposti dagli dei. La "hubris" è in effetti una arroganza letale e speciale. Nonostante presenti elementi di coraggio ed eroismo, indubbiamente si tratta di ripudiare un più profondo senso religioso che riconosce con umiltà i doni ed i benefici insiti nella vita.
- Generalmente la maledizione è collegata agli abusi sull’infanzia. Bisogna guardare al concetto simbolicamente, come abuso di potenzialità creative, nonostante possa rivelarsi attinente anche più letteralmente; ogni sociologo od operatore del sociale sa bene che un abuso su minori all’interno di un nucleo familiare è passibile di ripercussioni sulle generazioni future. Nel Mito, Laio viola un fanciullo, aggravando in seguito la maledizione condannando il proprio figlio alla morte. Nel mito della Casata degli Atridi, Tantalo tagliò a pezzi suo figlio offrendolo in pasto agli dei, semplicemente per metterli alla prova. I figli, Atreo e Tieste, massacrarono a loro volta i propri figli utilizzandoli come strumenti per vendicarsi l’uno dell’altro. Ed Agamennone, figlio di Atreo, a sua volta uccise sua figlia, per ottenere la vittoria nella Guerra di Troia. Tutti i successori di tale famiglia tormentata sono in qualche modo coinvolti in una crudele forma di infamia, o in un massacro nei confronti di un bambino o di un giovane.
- I successori della famiglia esasperano la maledizione con la propria "hubris". Ad ogni generazione è conferita la possibilità di espiare la maledizione tramite l’accettazione della pena, eppure fallisce, poiché ogni membro non è in grado di resistere all’avidità, alla rabbia od alla sete di vendetta. Di conseguenza, la maledizione si fa più potente e ancor più totalizzante. Ciò che l’individuo eredita in realtà è un peculiare insieme di atteggiamenti a cui non desidera rinunciare oppure trasformare, e che sfociano in un cieco crogiuolo di reazioni istintuali ed in un rifiuto ad operare opportuni sacrifici od imporsi dei limiti interiori – anche dopo l’ammonimento divino. Si tratta, in effetti, di mettere il sé davanti all’Io, in fin dei conti.
- L’oracolo mette sempre in guardia il responsabile o l’erede della maledizione sulle conseguenze, ma i termini dell’oracolo vengono deliberatamente fraintesi, oppure sussiste una precisa determinazione di evitare la profezia. Nel tentativo di inganno nei confronti dell’oracolo, paradossalmente è insito l’adempimento del vaticinio.
Osservando in chiave psicologica alcuni modelli
ereditari da una prospettiva mitologica, io non attribuisco alcuni
agenti soprannaturali letteralmente alla tipologia delle sofferenze
a ripetizione che così spesso affliggono le famiglie.
Il mio pensiero piuttosto, è di tipo simbolico. Gli schemi
di cui sopra suggeriscono che la maledizione familiare è un
insieme di modelli comportamentali psicologicamente predeterminati,
che richiedono consapevolezza ed una lotta interna qualora si
verificasse una sorta di trasformazione od espiazione. Dagli
antenati non ereditiamo solamente la mappa genetica, ma anche
dei precisi prospetti mentali ed emozionali profondamente radicati.
E’ possibile inoltre, ereditare precisi complessi – "storie" innate,
o disposizioni archetipiche non cattive in se stesse, ed in grado
di implicare speciali doni e talenti. Tali prospetti familiari
innati e modelli archetipici non sono difficili da individuare
nell’oroscopo. In un tema natale possiamo scorgerne il
profilo nei Significatori delle figure genitoriali, e nel ripetersi
dei segni, degli aspetti planetari e della collocazione delle
case, generalmente comuni ad ogni famiglia. Tali modelli non
suggeriscono in sé la presenza di una "maledizione",
tuttavia qualsiasi fattore in una carta natale può agire
come tale, se utilizzato in modo distruttivo o intenzionalmente
represso per molte generazioni. Non è molto chiaro come
si ereditano tali fattori. I genetisti più impegnati considerano
che il carattere, come il corpo umano, è collegato al
DNA, e se l’alcolismo o la depressione sono fattori presenti
nella nostra famiglia, esistono buone probabilità di diventare
alcolisti o depressi, poiché insiti nei geni.
All’estremità opposta, la psicologia archetipica postula
la realtà dell’inconscio familiare e l’unità della
psiche collettiva di cui ogni individuo è parte integrante.
Forse la verità sta nel mezzo. Ma qualunque sia il significato
di eredità fisica o psichica, o entrambe, qualcosa sembra
tramandarsi di generazione in generazione in risposta ad un ripetuto
abuso di una legge di natura. Tale "qualcosa" sembra
possedere una propria moralità, laddove si attribuisca a
Dio, alla psiche, all’Io, agli istinti, alla Natura o alla
vita stessa.
La maledizione dei Kennedy
Un breve riassunto dei tragici trascorsi della
famiglia Kennedy ci aiuterà opportunamente a dimostrare
come le loro sofferenze corrispondano ai criteri del mito greco
sulla maledizione familiare. Il patriarca, Joseph P. Kennedy, raggiunse
una posizione di enorme potere e benessere fra il 1920 ed il 1930,
acquisiti in larga misura mediante attività di contrabbando
ed altri mezzi discutibili. Dopo la morte di John F. Kennedy Jr,
Glenn Ritcher in un articolo affermava che la Maledizione dei Kennedy
era pura arroganza, mostrata in egual misura da ogni generazione.
La considerazione su Joe Kennedy da lui suggerita è estremamente
sfavorevole: "… ci volle solo un piccolo aiuto da parte
del suo buon amico Franklin Delano Roosvelt e dei nervi saldi,
cosa che Papà Joe possedeva in abbondanza.
In
quale altro modo avrebbe potuto avere a che fare con i truffatori
ed andare ancora a testa alta all’interno dell’alta
società? Come avrebbe potuto sbaciucchiarsi indifferentemente
con voluttuose sirene dello schermo mentre sua moglie stava a casa
a sfornare altri Kennedy? Papà Joe non era esattamente l’esempio
del bravo ragazzo."
E’ evidente qui l’individuo dotato dagli Dei del Mito
greco, infuso di audacia, determinazione, charme e brillante spirito
politico. Tuttavia, Papà Joe era affetto da Hubris nel senso
greco più stretto. Rosemary, la figlia maggiore, nata nel
1918, era una bambina di natura buona e allegra, ma leggermente
ritardata, che causava al padre un enorme disagio a livello sociale.
Sembrava incapace di accettarla così com’era e considerarsi
fortunato. Di conseguenza la fece sottoporre a lobotomia nel 1941,
quando aveva 23 anni, ma l’operazione andò male. La
ragazza di un tempo dolce ed ingenua ne uscì ancora più ritardata
e fu affidata ad un istituto dal padre, in evidente imbarazzo,
per il resto della vita. Le divinità del Mito non sembrano
interessarsi ad una varietà di trasgressioni come la truffa
e l’adulterio; dopotutto, essi stessi indulgono in tali passatempi.
Ma se quelli fossero stati i protagonisti di una Tragedia greca,
avrebbero detto esplicitamente che Joe Kennedy, uccidendo la figlia,
aveva scatenato una reazione che avrebbe avuto terribili ripercussioni
sulle generazioni future. Ugualmente distruttiva probabilmente
fu la sua ambizione ossessiva di generare un figlio che sarebbe
diventato presidente. Ad un livello ancora più impercettibile
che rasenta una forma di abuso su minore, poiché ai suoi
figli non fu data alcuna possibilità di diventare se stessi.
Un’ambizione ossessiva, già presente in eccesso, molto
tempo prima della nascita di Joe Kennedy, assicurò che ogni
potenziale individuale ed unico fosse inghiottito dal Genio familiare.
Non pretendo di sapere se nel cosmo fosse realmente possibile leggere
questa rigorosa legge morale in cui i Greci credevano. Nell’ambito
della nostra visione morale giudaico-cristiana, più semplicistica
e fortemente personalizzata, la concezione di universo presso i
Greci potrebbe sembrare terribilmente impersonale. Ma se consideriamo
la lista di personaggi della maledizione familiare summenzionati, è evidente
che Joe Kennedy rientri pienamente nei criteri elencati al n° 1,
2 e 3.
Questo in realtà significa che il suo "peccato" sarebbe
stato inevitabilmente "punito" nel corso delle generazioni?
Non sto dicendo questo, né ritengo che la vita sia così semplice.
Il mondo è pieno di personaggi estremamente malvagi che
vivono una vita lunga e distruttiva, e muoiono nei loro letti sereni
e soddisfatti. Mentre molte persone buone e rispettabili vanno
incontro ad esperienze terribili che non meritavano, meno ancora
i loro antenati. Inoltre, non tutte le tragedie appartengono ad
un disegno ancestrale ripetuto. Quando questo avviene è necessario,
comunque, fermarsi un momento e prenderne nota. Prendiamo in considerazione
il punto n°4 ed in breve sciogliamo le catene delle tragiche
vicende occorse alla famiglia Kennedy. Questa breve lista non include
tematiche come il divorzio, l’adulterio, l’alcolismo
ed altri passatempi di famiglia, abbastanza comuni da non meritare
la menzione di "tragedia", eccezion fatta, probabilmente,
per i singoli partecipanti.
- Joseph P. Kennedy Jr, figlio maggiore di Joe, grande speranza paterna per la candidatura alla presidenza americana, rimasto ucciso in un disastro aereo nel 1944 all’età di 29 anni.
- Kathleen Kennedy, la secondogenita, deceduta in un disastro aereo nel 1948 all’età di 28 anni.
- John F. Kennedy, 35esimo presidente degli Stati Uniti d’America, fu assassinato nel Novembre 1963 a Dallas, all’età di 46 anni.
- Patrick Bouvier Kennedy, figlio di John F. Kennedy, nato prematuramente nel 1963 e deceduto tre mesi prima dell’assassinio del padre.
- Robert F. (Bobby) Kennedy, terzogenito di Joe, fu assassinato all’età di 42 anni nel Giugno 1968.
- Edward M. (Ted) Kennedy, figlio più giovane di Joe, precipitò da un ponte con la macchina dopo una festa sull’Isola Chappaquiddick nel 1969. La sua assistente, Mary Joe Kopechne, morì sottacqua all’interno dell’abitacolo della vettura. La sua carriera politica non sopravvisse alle speculazioni successive all’incidente.
- Joseph, figlio di Bobby Kennedy nel 1973 fu coinvolto in un incidente automobilistico che avrebbe lasciato paralizzata per il resto della vita la donna che l’accompagnava.
- Edward Jr., figlio di Ted Kennedy, a causa di un cancro gli fu amputata la gamba sinistra.
- David, figlio di Bobby kennedy, morì nel 1984 di overdose.
- Patrick, figlio di Ted Kennedy fu sottoposto a trattamento di disintossicazione da cocaina nel 1986.
- William Kennedy Smith, nipote di Ted Kennedy, fu assolto dall’accusa di violenza carnale nel 1991.
- Michael, figlio di Bobby Kennedy, rimase ucciso in un incidente sciistico nel Dicembre 1997 all’età di 39 anni.
- JFK Jr, unico figlio vivente di John F. Kennedy morì nel Luglio 1999 all’età di 38 anni in un incidente aereo, esattamente trent’anni dopo Chappaquiddick.
Pur avendo assodato che
i Kennedy sono molti, e che di conseguenza vi sono statisticamente
maggiori possibilità di eventi tragici come questi,
sembra che i maschi di questa famiglia abbiano subito molto
più del dovuto catastrofi e morti premature. Possono
essere stati vittime - rispondendo al Punto 4 – di "hubris",
un innato rifiuto di alterare gli atteggiamenti distruttivi
ed arroganti strettamente connessi alla loro eredità psicologica?
Di certo possiamo affermarlo per molti, se non per tutti. Perfino
JFK Jr. che si astenne dal coinvolgimento politico, e sembrava
un individuo tranquillo ed apprezzato, volle insistere nel
volare con un piede rotto ed in condizioni atmosferiche che
avrebbero scoraggiato perfino un pilota esperto.
Non è necessario
approfondire in che tipo di mondo si muovessero John F. e Bobby
Kennedy. Non si ha bisogno di presupporre una maledizione familiare
per riconoscere che i membri dei clan mafiosi uccidono chi
ne intralcia i piani, e probabilmente, lo stesso vale per i
membri dell’Esercito, dell’FBI e della CIA. E l’ambizione,
il potere e le grandi ricchezze sono causa a loro volta di
maledizione. Non è necessario ipotizzare l’esistenza
di un oscuro Genio ancestrale per comprendere i motivi per
cui la cocaina e l’alcolismo abbiano colpito un membro
di questa famiglia. Ciascuna tragedia, presa singolarmente,
si esplica in termini profondamente umani; nell’insieme,
presentano un’immagine piuttosto inquietante.
(N.D.T Daimon: dal greco daiomai: dispenso,
do in sorte) , Genio, una creatura divina non necessariamente
malevola, che presiede alle sorti degli uomini.)
Gli oroscopi
Se dovessi esaminare attentamente un oroscopo in base alle tracce
di quello che definisco una maledizione familiare, rileverei in
primo luogo la presenza di pianeti in quelle case collegate all’eredità del
passato. Finché i complessi appartenenti ad un contesto
più ampio da cui proveniamo si intuiscono appena, siamo
passibili di risentire di compulsioni inconsce e strutture comportamentali
capaci di riflettere solo parzialmente il nostro carattere. I complessi
familiari puntellano tutti i sentimenti sepolti, che condizionano
l’atmosfera psichica dell’infanzia, e come modelli
determinanti, essi contribuiscono alla formazione della nostra
eredità atavica.
Il lavoro analitico mi ha insegnato che nulla è così potente
come un segreto familiare a lungo custodito negli oscuri meandri,
acquisendo energia e "collera" in proporzione alla ferocia
con cui è bloccato dalla consapevolezza conscia e dall’essere
manifesto. I fantasmi di famiglia non assumono la forma di uno
zio deceduto che parla traverso un medium, ma sono reali e potenti,
e possono perseguitarci con furia irrefrenabile come successe agli
Orestei.
In Astrologia, avere pianeti in 4, 8 e 12 suggerisce la presenza
di energie, di schemi e qualità che sono ereditati, ma è necessario
sviluppare una consapevolezza individuale per sprigionarne gli
aspetti più positivi. Lasciati inconsci, potrebbero manifestare
aspetti più distruttivi, costringendo l’individuo
ad un comportamento compulsivo che determinerà degli eventi
sentiti come "fatali". Anche i Significatori delle figure
genitoriali – i pianeti collocati in 10 e 4 o in congiunzione
al MC e all’ IC dalla 9 e la 3 – risultano importanti
per comprendere l’eredità familiare. E darei particolare
risalto, in un oroscopo, alla posizione di Plutone, in posizione
angolare rispetto alla 4, 8 e 12, oppure in forte aspetto al Sole
o alla Luna. Questo pianeta sembra riflettere la "legge della
natura" per la quale i Greci avevano sì grande timore
e rispetto – una sorta di naturale giustizia istintiva a
servizio della sopravvivenza e dell’evoluzione della specie,
del gruppo e del Genio creativo familiare. Se una maledizione familiare
implica alcune violazioni delle Leggi di Natura ad opera delle
generazioni precedenti, dovremo aspettarci un Plutone forte nell’oroscopo,
che esigerà che la persona affronti e faccia pace con un’eredità del
passato in attesa di ammenda. Finchè l’obiettivo non
sarà raggiunto, le effettive potenzialità del singolo
potrebbero essere parzialmente od interamente assorbite da tematiche
risalenti a molto prima della nascita.
Joseph
P. Kennedy Sr.
6 Settembre 1888, 7.06 EST
Boston, Massachusetts
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Nel tema di "Papà" Joe Kennedy, con questi fattori
ben a mente, considererei significativa l’intera 12 casa,
oltre alla posizione di Chirone in Cancro al MC. Ovviamente questa
carta può essere vista da molte angolazioni diverse. Non
mi interessa qui un’analisi caratteriale se non per indicare
che Joe Kennedy stesso fosse il veicolo ereditario di tematiche
psicologiche irrisolte. Le seguenti interpretazioni sono di conseguenza,
inevitabilmente brevi e incentrate su quest’unico punto.
A mio parere, ogni pianeta collocato in 12 casa descrive uno slancio,
un impulso o un Genio all’interno della psiche ancestrale,
non sufficientemente o pienamente vissuto, e che converte quel
pianeta in una sorta di tramite per ciò che è rimasto
incompiuto nel passato. L’espressione personale del pianeta
a quel punto è influenzato da ciò che le precedenti
generazioni ne hanno o non ne hanno fatto. "Rimasto incompiuto" non
significa necessariamente "distruttivo"; un’opera
può sembrare incompiuta all’artista benché risulti
tale agli occhi di chi la osserva, e si potrebbe affermare che
nessun tentativo creativo sarà mai completo nei termini
del proprio potenziale fondamentale. Affinché si delineino
i disegni del Genio familiare ci vuole più tempo rispetto
alla durata di una singola vita. Tutto dipende da come la persona
gestisce quella tematica incompiuta.
La Luna nuova di Joe collocata in 12 con il Sole in larga quadratura
a Plutone in 9 casa, suggerisce un’eredità che coinvolge
aspetti religiosi complessi insieme ad una immensa pulsione verso
l’espressione individuale e la realizzazione, che in qualche
modo non hanno trovato sufficiente espressione in ambito familiare.
Potrebbe essere necessario tornare alle sue origini di cattolico
irlandese ed agli anni della Grande Fame per comprendere il peso
di ciò che si portava dentro. Per quanto sia semplice vedere
Joe K. come il precursore delle difficoltà della sua famiglia,
sembrerebbe che egli stesso fosse l’erede delle difficoltà familiari
che lo condussero in modo compulsivo verso il potere personale
ed il successo. E’ come se le voci degli antenati trapassati,
affamati e perseguitati, lo spingessero via, esigendo da lui, e
da lui solo, la redenzione dal passato familiare. Chirone in Cancro
al MC suggerisce una ferita in relazione al suo stare al mondo,
una ferita ereditata per linea materna e collegata al suo status
sociale di famiglia. La collocazione di Chirone in questo punto
implica una sofferenza profonda causata dall’inaccettabilità ed
inferiorità propria e di quella della famiglia, all’interno
del mondo in cui si muoveva. Tale ferita è spesso compensata
da ambizione ossessiva – benché il reale motivo non
sia in termini di guadagno materiale, ma un tentativo di attenuare
una sofferenza emotiva ben più profonda. Potremmo vedere
come trattò sua figlia nell’ottica di tale posizione
di Chirone, poiché la ragazza dovette sembrargli la prova
vivente di questa inferiorità familiare. Che Joe Kennedy
fosse determinato ad essere il primo Presidente cattolico Irlandese
in una nazione che vuole senza alcuna ambiguità che i propri
Presidenti siano anglosassoni e Protestanti getta luce su come
potesse essere importante per lui la questione religiosa. Quello
che la carta non mostra, a mio parere, è come Joe Kennedy
preferisse utilizzare i talenti e le energie a sua disposizione;
tanto meno con quale etica – o senza – tentasse di
soddisfare le ambizioni, alimentate da fattori molto più antichi
e smisurati rispetto ai propri sogni verginei. Si tratta di scelta
più che di destino, e di arroganza, rispetto ad onorare
il talento immenso e la forza vitale di cui disponeva. Alla luce
di questo tema la maledizione della famiglia Kennedy sembra non
aver avuto inizio con Papà Joe ma con la guerra fra Irlandesi
ed Inglesi, fra cattolici e protestanti, e con la tragica Grande
fame risalente ad un secolo e mezzo prima della nascita di quest’uomo.
John F. Kennedy
29 Maggio 1917, 15.00 EST
Boston, Massachusetts
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Nel tema di John F. Kennedy è l’8
casa, più che la 12, ad avere maggiore risalto. Anche
questa, per conto mio, è una casa di spettri di famiglia.
Tuttavia in 8 gli spettri non posseggono i pianeti in modo silenzioso
e clandestino; l’infestazione è più precipitosa
e spesso agìta attraverso compulsioni feroci ed eventi
drammatici. Anche qui è dipinta l’infelice eredità materna,
riflessa da Saturno in Cancro al MC congiunto a Nettuno in Leone.
Questo riecheggia quel Chirone in Cancro nella 10 casa di Joe,
ed implica un enorme disagio in termini di accettabilità e
collocazione all’interno del mondo, così come una
potente esigenza messianica di redimere la propria famiglia ed
il paese. Potremmo chiederci come mai un uomo così amato
e dall’apparenza tanto sicura potesse preoccuparsi di essere
inferiore o di appartenere ad un ceppo inferiore. Ma cosa sappiamo
di lui realmente? E lui cosa sapeva di sé? Siamo a conoscenza
del fatto che fosse molto attivo sessualmente, che non potesse
fare a meno di divertirsi con alcuni dei più loschi criminali
della società americana, che potesse essere spietato e
manipolatore come suo padre, e che fosse spinto, dopo la morte
del fratello, ad ambire alla presidenza e alla realizzazione
del sogno di famiglia, che gli piacesse o no.
Non interpreto i pianeti in 8 come indicatori di "morte violenta".
Ho avuto fin troppi clienti vissuti fino a tarda età con
l’8 casa piena per interpretare le sottigliezze del mondo
plutoniano letteralmente. Tuttavia i pianeti in 8 suggeriscono
la presenza di potenti forze inconsce di tipo impersonale o non
personale, in genere collegati a dei segreti nel passato di famiglia
che emergono in superficie sotto forma di compulsioni e crisi,
che esigono una perdita del controllo ed un’accettazione
delle dimensioni invisibili di vita. L’8 può apportare
grande potere, forza ed intuizione se l’attitudine cosciente è di
umiltà. Ma con eccessiva arroganza e rifiuto a guardarsi
dentro, i pianeti possono comportarsi come furie vendicative – o
come "azione nemica". Come suo padre, John Kennedy non
era incline a rinunce di alcun tipo, salvo l’impegno al tipo
di introspezione che l’8 casa richiede. Come Atreo e Tieste,
egli seguì fedelmente l’esempio di famiglia. Non è necessario
pensare ad una maledizione familiare per vedere che le attività politiche
di JFK avrebbero procurato diverse sconfitte ai suoi nemici potenti
e violenti. Ma potrebbe rivelarsi necessario pensare in questi
termini qualora desiderassimo comprendere perché egli fu
spinto a tali attività. Il Sole congiunto a Venere in Gemelli,
con l’Ascendente in Bilancia e la Luna in Vergine: tutto
rimanda ad una natura flessibile, raffinata ed accomodante. Questo
tema mi fa pensare ad un lupo vestito da agnello. Ma il lupo non è l’uomo
in sé, piuttosto è l’eredità familiare.
Robert
Kennedy
20 Novembre 1925, 14.48 EST
Brookline, Massachusetts
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L’oroscopo di Bobby Kennedy si mostra a noi con Plutone in posizione dominante, virtualmente esattamente sull’IC in Cancro. Non si tratta in questo caso di vaghi spettri ancestrali quanto di grande e archetipica autorità paterna – un’oscura eredità plutoniana discendente per linea paterna. La 10 casa è ampiamente occupata, ma da uno stellium benefico di Luna, Venere e Giove. Bobby probabilmente amava di gran lunga più di suo padre e suo fratello il denaro, il potere e la posizione sociale. Ad ogni modo Giove e Venere opposti a Plutone mostrano una lotta interiore feroce fra la sua natura e l’eredità d’appartenenza, che lo trasformarono in un crociato fanatico avverso ai mali del mondo. Ci si chiede se le forze oscure cui dava la caccia nella società, e che finirono per distruggerlo, fossero in realtà le forze oscure presenti nelle proprie radici. In un certo senso ritengo che Bobby Kennedy odiasse in modo profondo suo padre e ne avesse timore, ma proiettasse tale immagine plutoniana entro quegli elementi criminali che avvertiva come dei roditori delle radici della società americana. Urano e Chirone sono in 12, benché Chirone sia in prossimità dell’Ascendente. Amare ferite ed ideali messianici di origine familiare lo muovevano dall’interno. Ed ancora di più, il Sole nei pressi della cuspide dell’8 casa, ad indicare una storia simile a quella di suo fratello. La sua natura e le aspirazioni erano costantemente pervase dalle compulsioni inconsce del passato. Per emanare la propria luce solare in 8 casa, sono richiesti umiltà ed intuito. Ma l’educazione in casa Kennedy generalmente non prevede intuito ed umiltà. Come Scorpione inoltre, Bobby potrebbe essere stato spinto da una predisposizione alla vendetta, e questa sete di vendetta, comune a moltissime figure mitologiche, non è favorevole ad appianare le questioni con una divinità in collera o ad allentare la morsa di una maledizione familiare. Ma è soprattutto Plutone angolare a suggerire l’intrusione del passato più remoto nel presente. Se il padre non fosse apparso nel tema come una figura dal potere compulsivo tanto forte, sarebbe stato tutto molto diverso. La politica poteva pur essere la scelta di Bobby quanto quella della sua famiglia. Ma non si sarebbe rivolto così violentemente al nemico esterno se avesse compreso più a fondo la natura del nemico interiore.
John
F. Kennedy Jr.
25 Novembre 1960, 12.22 EST,
Washington, D.C.
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Infine, osserviamo brevemente il tema di
John Kennedy Jr. Non vi sono tracce di rapporti compulsivi con
le cariche più oscure del potere. Sembra realmente che
non volesse seguire l’esempio paterno, ma fosse felice
di vivere la piacevole natura gioviana di un playboy e dilettante.
La 10 casa è vuota; evidentemente egli non sentiva l’impellenza
di cambiare il mondo o lasciare il segno in modo emblematico.
Si può ben sperare che, desistendo dalle pretese voraci
del Daimon familiare, sia stato in grado di evitare il corteggiamento
di una fine tragica, che portò il padre e lo zio alla
propria distruzione. Ebbe una tragica fine in ogni caso. Cosa
fece scegliere a quest’uomo di mettere a repentaglio la
propria vita, e quella di altre tre persone, in modo tanto folle
e cieco? Non possiamo in alcun modo conoscere i suoi pensieri – o
forse più concretamente, ciò che si stava producendo
a livello inconscio – quando prese quella decisione. Urano
e Plutone collocati in 12 casa, con Plutone in prossimità dell’Ascendente
e congiunto al Nodo Nord. Si presentano ancora una volta gli
spettri di famiglia, influenzando le sue percezioni del mondo
esterno attraverso le compulsioni del passato. Plutone in 3 ma
congiunto alla cuspide della 4, è inoltre quadrato al
Sole. Dunque sembra che anche a questo piacevole ed esuberante "puer
aeternus" venisse richiesto di vedersela con la propria
eredità plutoniana qualora avesse deciso di soddisfare
il proprio potenziale. Nel proprio articolo, Glenn Ritcher afferma
che l’arroganza fu l’errore fatale di JFK Jr. E’ indubbio
che ciò sia vero in parte; anche egli adempie pienamente
al 4 criterio. Tuttavia in questo tema esistono altri fattori
(Venere congiunta a Saturno, Marte opposto a Saturno, e Luna
e Chirone in congiunzione esatta) che descrivono notevolmente
la sofferenza interiore, la solitudine e la lotta – forse
non interamente coscienti ma fin troppo distruttivi per essere
così accuratamente smentiti.
L’anno precedente alla sua scomparsa Plutone retrocedeva
ed avanzava sul suo Sole natale, ed era in quadratura a se stesso,
molto vicino all’IC al momento della morte. Qualcosa di ineluttabile
lo stava braccando dall’interno. Anche il tema progresso è eloquente;
l’IC progresso era in congiunzione esatta a Giove progresso,
indicando che lo spirito fanciullo andava in cerca di una risoluzione
del conflitto fra la propria personalità e le inesorabili
esigenze dell’eredità. L’elemento peculiare è che
l’asse progresso IC-MC si trovava al 14°28’ del
Cancro-Capricorno, cioè all’esatto minuto del Plutone
natale all’IC dello zio Robert – come se si stesse
verificando una strana identificazione fra il nipote vivente e
lo zio deceduto. Coloro che credono nelle semplici tragedie accidentali,
senz’ombra di dubbio potrebbero provare rabbia alla possibilità che
in questa triste scomparsa si sia verificato un evento volontario,
una sorta di scelta. Non sto adducendo che la scelta fosse consapevole,
se di scelta si tratta. Ma la precisione di tali collegamenti astrologici
mi fanno riflettere sulla possibilità che il Daimon di famiglia
venisse nuovamente in luce – una dimensione che sembra rivelarsi
nel tema familiare mediante l’asse Cancro-Capricorno. Tale
ripetizione di pianeti, concentrati in pochi gradi negli stessi
segni in così tanti temi familiari non indicano una maledizione,
quanto piuttosto un’eredità familiare potenzialmente
creativa, che non solo implica una scaltrezza in politica, tenacia
e doti di comando, ma anche il nutrimento emotivo a livello profondo
garantito da stretti vincoli familiari. Ad ogni modo, bisogna anche
dire che dei doni dell’asse Cancro-Capricorno è stato
fatto cattivo uso da parte di tutte le generazioni appartenenti
alla famiglia. Una ambizione totalizzante che coinvolge la felicità personale
di ciascun membro, ed una intransigenza tirannica che non tollera
libertà di movimento oltre la cerchia familiare a livello
emotivo, intellettuale, professionale o spirituale potrebbero essere
interpretate come abusi di talenti divini. L’asse Cancro-Capricorno,
nella sua miglior espressione, incarna quei valori che tutelano
l’amorevole contenitore familiare, come base per le strutture
di una società legale e stabile. Se io immaginassi di essere
una antica greca, penserei alla Dea Era, protettrice dei legami
familiari e sociali, e sarei irritata oltre ogni limite nel constatare
che i doni da me elargiti liberamente potessero in seguito essere
usati in modo tanto irresponsabile.
Conclusioni
La maledizione familiare, a conti fatti, è l’opposto
di una benedizione divina. Questo è quanto emerge dopo una
lunga ed attenta riflessione sul modo in cui i Greci la dipinsero,
e sono certa che avrebbero una conoscenza sulla rivelazione di
tali disegni rispetto alle generazioni, di gran lunga superiore
all’operato di molte scuole ortodosse di psicologia moderna.
La psicoanalisi e la psicologia analitica ovviamente hanno sempre
riconosciuto la realtà dell’inconscio ed il potere
permanente dei segreti di famiglia. Una terapia familiare riconosce
il ripetersi di generazione in generazione di eventi critici in
determinate date ed in età specifiche; anche il terapeuta
familiare analitico sa che il "paziente identificato",
così come Oreste, è il contenitore ed il portavoce,
piuttosto che l’autore, di un conflitto ben più antico
della persona stessa. Da un punto di vista più riduttivo
la maledizione familiare può sembrare una sventura di cui è vittima
un innocente. Eppure le nostre piccole maledizioni familiari, che
si presentino in modo elaborato o impercettibile, si potrebbero
osservare non come un futuro in cui siamo destinati nuovamente
a interpretare gli eventi tragici del passato, bensì come
un’opportunità di redimere quanto ci fu dato un giorno
in dono dagli dei, ed in seguito deformato dall’arroganza,
dalla stupidità, dalla malizia o voluta mancanza di consapevolezza.
Dal momento che i disegni del passato fanno forgiare il futuro
in modo compulsivo, non risolveremo nulla, sia anticipando passivamente
il disastro che ritenendo di esserne esenti. Ogni persona che presenti
un potente Plutone o case in segni d’acqua particolarmente
influenti, è il potenziale conduttore di un enorme potere
e di intuizione, costruite su una profonda comprensione del passato
e del mondo interiore. Ma non esiste nulla di gratuito, e si deve
trovare il coraggio di recidere il cordone ombelicale con la psiche
familiare in piena consapevolezza, anche se dolorosa, e di emergere
come persona – sola, unica ed in sintonia con le corde della
propria anima. Il lusso di una cieca identificazione con la famiglia,
o con la collettività, non è un’opzione intelligente
per chiunque presenti tali valori nel proprio tema. Non vi è spazio
né per l’ingenuità né per l’arroganza
quando nel tema concorrono fantasmi di famiglia. E’ necessario
che ognuno rifletta sul passato quanto più accuratamente
e profondamente possibile, poiché è, nel senso più profondo
del termine, uno strumento per i doni della psiche familiare non
esperiti, ed un veicolo di tutta l’energia e la vita di cui
si è privato o di cui ha abusato, e che anelano esprimersi
ora in forme nuove e creative.
© Liz Greene, Apollon / Astrodienst AG
Traduzione dall'inglese: Francesca Furino
Posizioni attuali dei pianeti
14-Dic-2025, 05:50
UT/GMT
| |||||
| Sole | 22 | 28'58" | 23s14 | ||
| Luna | 19 | 3'49" | 10s12 | ||
| Mercurio | 2 | 55'30" | 19s08 | ||
| Venere | 16 | 51'23" | 22s36 | ||
| Marte | 29 | 11'32" | 24s12 | ||
| Giove | 23 | 26'45"r | 21n36 | ||
| Saturno | 25 | 23'22" | 3s58 | ||
| Urano | 28 | 31'48"r | 19n38 | ||
| Nettuno | 29 | 22'36" | 1s29 | ||
| Plutone | 2 | 13' 4" | 23s20 | ||
| Nodo vero | 13 | 0'53"r | 6s40 | ||
| Chirone | 22 | 46'29"r | 9n21 | ||
| Spiegazioni dei simboli | |||||
| Carta del momento | |||||

